I nostri corsi di Aikido si tengono nei dojo di Zogno e Bergamo e fanno capo alla scuola ASAI (Assoc. Sport. Aikido Italia) che vede come direttore tecnico il M° Guglielmo Masetti 7°dan, coadiuvato dal nostro M° Hassan Raoui 6°dan.
Di seguito una riflessione di un aikidoka che speriamo vi aiuti a capire cosa può significare iniziare a praticare questa meravigliosa arte marziale.
“Da oltre venti anni l’aikido è come un tarlo che ormai fa parte della mia vita e dal quale difficilmente riuscirò a liberarmi. Iniziai a praticare quasi per caso, guardando uno degli innumerevoli filmati che circolano incontrollati sul web, incuriosito e quasi divertito da come si potesse pensare ad un metodo di autodifesa a prima vista assurdo, basato su movimenti circolari simili a quelli della danza. L’approccio non fu certo facile, l’impostazione di altre discipline come Judo e KickBoxing di certo non mi hanno aiutato, ma in contrasto al mio scetticismo, decisi di continuare a praticare. Devo dire che ne è valsa la pena e mi sono dovuto ricredere: l’aikido non è per nulla assurdo, è assurda la pretesa di vedere nell’aikido un metodo di autodifesa fine a se stesso.
Alcuni vedono nell’aikido un modo per raggiungere benessere psico-fisico, altri lo vivono come un accrescimento interiore, altri ancora ne apprezzano soprattutto l’eleganza, ma a mio avviso, è fondamentale il fatto che l’aikido costringe a cambiare atteggiamento mentale verso ogni cosa, vivere in armonia con il mondo e con ciò che ci circonda attraverso il principio della non resistenza è la base filosofica su cui tutto l’aikido si fonda. Ciò non significa essere arrendevoli, anzi, diviene un modo per adattarsi alle situazioni più difficili. Ovviamente non voglio dire che questo sia l’unico mezzo per cambiare il proprio modo di essere, esistono molti altri modi per farlo e alcuni possono tranquillamente non ritenerlo necessario, ma l’aikido può rappresentare l’occasione per una crescita continua che ti accompagna nelle varie tappe della vita adattandosi ad ogni cambiamento.
Tra tutte le arti marziali l’aikido è forse l’unica che può essere pratica ad ogni età, anche da persone diversamente abili ed è in grado di annullare le differenze tra sessi. L’aikido possiede la caratteristica di lasciarsi scoprire lentamente, non attrae il praticante con movimenti spettacolari o calci acrobatici, ma si limita ad accoglierlo e rispettarlo nella sua unicità, fornendo esclusivamente gli strumenti per raggiungere lo scopo come meglio si crede.
Esistono numerose fonti da dove ognuno può attingere informazioni, da quelle esclusivamente tecniche a quelle più filosofiche, per approfondire l’aspetto che più interessa. E’ per questo motivo non mi soffermerò a descrivere le sue origini, chi era il fondatore, il suo popolo e il contesto storico in cui quest’arte è nata. E’ però doveroso aggiungere che spesso le fonti sono falsate da facili mitizzazioni, o peggio, tendono a divinizzare ciò che di divino ha ben poco, alterando una verità che spesso è molto più interessante e meno stucchevole.
“Esso è lasciato
Alla propria perfezione
E non necessita di belletti
Per apparire”
Takeda Shingen
Non sono rare le sere che di ritorno da una lezione dove nulla è andato per il verso giusto, mi ritiro in mansarda e mi domando per quale motivo debba sprecare così tanto tempo e energie nella pratica, per poi non raggiungere il risultato sperato. La risposta è sempre una sola: “Io mi sto comprando la libertà, qualcuno è in grado di stabilirne il prezzo?”
Pietro Passinetti – Istruttore III dan Asai/Csen